LO SGUARDO DI FRANCESCO Dalla Contemplazione alla Lode – Webinar in diretta da Assissi

LO SGUARDO DI FRANCESCO
Dalla Contemplazione alla Lode – Webinar in diretta da Assissi

 

L’impegno oltre l’utopia e la coscienza fragile

di Dante Fasciolo – Presidente dell’Accademia Tecno-Scientifica del Movimento Azzurro

 

Cari amici qui convenuti, il titolo del nostro incontro indica con semplicità un itinerario che per i cattolici dovrebbe rappresentare un impegno quotidiano. Purtroppo non è così, o, meglio, non sempre è così.

 

Ognuno di noi può volgere lo sguardo indietro – pur nel breve tempo – per accorgersi come l’accelerazione della vita quotidiana abbia cancellato sollecitazioni e richiami.

Non mi riferisco solo alle distrazioni che mortificano il pensiero e lo distolgono da una pur  minima contemplazione di ciò che ci circonda e/o una riflessione di ciò che non ci circonda più e che vorremmo richiamare, in un certo qual modo alla memoria, per riaffermarne l’intrinseco valore.

E neppure mi riferisco alle sempre più numerose assenze alla Messa e ai riti Sacri della Chiesa, con colpevole riduzione del tempo dedito alla Preghiera e alla Lode.

 

Due momenti, che ci allontanano dal solco dell’essere cristiano, e che indeboliscono il senso della nostra vita di relazione rispetto al tessuto dei valori che sviluppano il lavoro, la famiglia, la comunità.

 

Ricordo con una certa nostalgia i pochi giorni che trascorrevo con i miei nonni in campagna:

Il lavoro nei campi fin dalle prime ore del mattino…e il suono del campanile lontano alle 12… la sosta; il segno della croce in sintonia con lo sguardo soddisfattolo verso il lavoro eseguito, verso il volo di uccelli in cerca di bacche e l’affanno di “fido” nel rincorrerli, e verso il frugale meritato pasto all’ombra della vicina quercia. Poi, svelti passi al ritorno a casa in gara con la velocità del calar del sole; le donne, velocemente riassettate, in chiesa per i vespri, il rosario, o per una semplice preghiera e l’immancabile piccola candela per ricordare i morti…

 

Cosa è rimasto di ciò a poca distanza di tempo? La comunione col proprio lavoro è rarefatta,

lo scorrere delle ore è vissuto come tortura, in città non svettano campanili e il suono di  rare campane è fievole e timoroso. Molte porte delle chiese sono chiuse….e chiuse le porte sui pianerottoli degli anonimi condomini.

 

Non c’è dubbio, la possibilità di dare spazio alla vita vera è drasticamente ridotto e mortificato. E’ così nel nostro mondo occidentale cosiddetto sviluppato… in realtà solo un po’ più capace di accumulare beni materiali,  consapevolmente o inconsapevolmente il più delle volte in spregio delle più elementari regole di vita; per contro, così capace e scaltro nell’imporre nuovi devastanti modelli sociali ed economici ai paesi a Sud del mondo.

 

Sono imputabili a questi nostri modelli sociali ed economici i guasti di un mondo giunto al limite del collasso ambientale… e contraddittorio, a volte ingannevole, è il turbinio di parole di allarme, riprovazione, o di impegno, che si levano in primo luogo dagli ambienti responsabili del disastro che si dipana nel labirinto dell’arrivismo, dell’affermazione sull’altro, e nega l’uscita verso la possibile libertà, verso la verità.

 

Inutile fare qui l’elenco delle sofferenze fisiche del pianeta: lo sfruttamento degli uomini e la fame, la negazione della salute e dell’istruzione, da un lato; la rapina delle risorse, la corruzione, il profitto, l’ingiustizia, la guerra,  dall’altro lato.

La bilancia non sopporta più questo assurdo squilibrio. E la pazienza delle persone non dura all’infinito. Uomini di Governo e della Finanza, Capi di Stato e Istituzioni Internazionali assumano le loro responsabilità, ora. Diano una risposta ai problemi a cominciare dall’inderogabile azione concreta per frenare il riscaldamento del Pianeta di cui l’organizzazione di questo incontro si fa autorevole portavoce. Occuparsi del “Cambiamento del Clima” non significa solo salvaguardare lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento dei mari e la difesa delle coste marine… significa ridare equilibrio al pianeta, non stravolgere la vita vegetale e animale, non obbligare il moltiplicarsi degli esodi di milioni di persone in cerca di pace e di una vita migliore.

Significa, in ultima analisi, ridare vita alla vita.

 

In questo senso, l’incontro di oggi vuole accompagnare il nuovo necessario cammino sulla scorta di chi otto secoli or sono si spogliò di ogni avere,  indossò un ruvido saio e affrontò il suo futuro con una nuova regola di vita. Le prime pagine del suo abbecedario si aprirono alla contemplazione della natura nei suoi molteplici aspetti e sulla bellezza dell’ambiente circostante. Volgendo lo sguardo all’alto,  non mancò di rimirare il sole, la luna e tutte le stelle. Affratellò la luce, e il creato nella sua totalità, riconoscendo il divino nella Creazione.

Suggellò, con le sue contemplazioni e la  sue preghiere, l’Alleanza tra l’Uomo, il Pianeta e l’Universo… e quelle stesse pagine mutarono in un eterno “Laudato si’”.

 

Ancora oggi, una voce si inserisce sulla scia di Francesco d’Assisi,  quella di Papa Francesco.
In questo tempo di difficile interpretazione,  in contiguità e in continuazione, con il  “Laudato si”, Egli macera nell’animo i dolori del mondo ed eleva costante preghiera perchè il mondo stesso sappia raccontare il proprio dolore e la propria conversione, affrontando senza paura il futuro dell’umanità.  Nuovi pensieri e nuove costruzioni sociali,  economiche, etiche  e soprattutto spirituali capaci di esempi di coraggio. E qui voglio ricordare fugacemente il recente viaggio di Francesco, il primo di un Papa di Roma, nella martoriata terra di Abramo  per sollecitare gli uomini a liberarsi del dolore che produce paura, e farsene  testimone.
Poche parole:  ecologia integrale,  sostenibilità,  giustizia sociale,  promozione del bene comune.

E’ in questo spazio che ciascuno di noi deve porre pensiero e azione:  Uscita verso la libertà, verso la verità…  il saio sdrucito e rattoppato di Francesco, specchio impietoso delle nostre fragili coscienze che annaspano nel pozzo dell’ignavia, sia vessillo di battaglia, ci guidi nell’impegno oltre l’utopia…senza saltarla,  piuttosto attraversarla…

Nell’ ”Ambiente Divino” – Saggio di Vita interiore – Teilhard de Chardin tratteggia il cristiano dei tempi nuovi, il cui impegno è di costruire il Mondo in Cristo.  In  questa prospettiva, il lavoro, la scienza, la tecnica, l’arte, la cultura, la spiritualità prendono il loro posto in una concezione cristiana della vita.
Nuovi Cieli  e Terra Nuova… Terra e Cielo insieme.