Il Papa alla Fao: la mancanza di cibo è una responsabilità di tutti

Il Papa alla Fao: la mancanza di cibo è una responsabilità di tutti

Ricevuti in udienza i partecipanti alla 41esima conferenza generale della Fao. Presenti il direttore generale Josè Graziano da Silva e il neoeletto successore Qu Dongyu

Michele Raviart – Città del Vaticano

L’obiettivo “Fame Zero” nel mondo che si propone la Fao e la lotta alla mancanza di cibo e per l’accesso all’acqua potabile, malgrado i progressi che sono stati fatti negli ultimi decenni, “rimane una grande sfida”. Così Papa Francesco si è rivolto in Sala Regia ai partecipanti alla 41 esima conferenza generale della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di cibo e di agricoltura.

Rispettare i diritti fondamentali dei fratelli

Bisogna infatti intervenire sulle cause che danno origine alla tragedia della fame nel mondo, spiega il Papa, che stanno soprattutto nella “mancanza di compassione”, nel “disinteresse di molti” e nella “scarsa volontà sociale e politica al momento di rispondere agli obblighi internazionali”:

La mancanza di cibo e di acqua non è una questione interna ed esclusiva dei paesi più poveri e fragili, ma riguarda ognuno di noi, perché tutti, con il nostro atteggiamento, partecipiamo in un modo o nell’altro, favorendo o frenando la sofferenza di molti nostri fratelli. Siamo tutti chiamati ad ascoltare il grido disperato dei nostri fratelli e ad adottare ogni misura affinché possano vivere vedendo rispettati i loro diritti più fondamentali.

L’impegno delle nuove generazioni

Bisogna ridurre gli sprechi ed aumentare la consapevolezza della propria responsabilità sociale, continua il Papa, attraverso investimenti di breve e lungo termine in modo che “le giovani generazioni passeranno questo testimone a quelle future, sapendo che tale dramma sociale non può essere tollerato più a lungo”.

Il legame tra fame e migrazioni

C’è poi, sottolinea Papa Francesco, una connessione evidente tra instabilità ambientale, insicurezza del cibo e flussi migratori:

L’aumento del numero di rifugiati nel mondo durante gli ultimi anni ci ha dimostrato che il problema di un paese è il problema di tutta la famiglia umana. È necessario pertanto promuovere uno sviluppo agricolo nelle regioni più vulnerabili, rafforzando la resilienza e la sostenibilità del territorio. Ciò si otterrà soltanto, da una parte, investendo e sviluppando tecnologie e, dall’altra, ideando politiche innovative e solidali per lo sviluppo.

Il ruolo della Fao e delle organizzazioni internazionali

In questo senso è importante il ruolo della Fao e delle organizzazioni internazionali, “attori idonei a coordinare le misure perentorie e incisive che assicurino a tutti, e in particolare ai più poveri, l’accesso ai beni essenziali”. Nel ricordare la necessità di sostenere questi organismi multilaterali da parte dei governi, dei privati e della società civile, Papa Francesco sottolinea anche l’impegno della Santa Sede a cooperare con la Fao, “appoggiando lo sforzo internazionale verso l’eliminazione della fame nel mondo e garantendo un futuro migliore per il nostro pianeta e l’umanità intera”.

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-06/papa-francesco-udienza-fao-conferenza-generale.html

Centenario dell’Appello “A tutti gli uomini liberi e forti” di Don Luigi Sturzo

Messaggio del Santo Padre ai partecipanti al Convegno internazionale (Caltagirone, 14-16 giugno 2019)

Pubblichiamo di seguito il messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ieri [14 giugno 2019], all’apertura dei lavori, ai partecipanti al Convegno internazionale promosso in occasione del Centenario dell’Appello “A tutti gli uomini liberi e forti” di Don Luigi Sturzo, che si svolge a Caltagirone (Catania) dal 14 al 16 giugno, sul tema “L’attualità di un impegno nuovo”:

Messaggio del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,
saluto cordialmente tutti voi, partecipanti al Convegno Internazionale che si terrà a Caltagirone, città natale del servo di Dio Don Luigi Sturzo, in occasione del Centenario dell’Appello “A tutti gli uomini liberi e forti”. Ringrazio il Comitato Promotore-Scientifico e il Comitato Organizzatore per aver dato vita a questa pregevole iniziativa, unitamente a tutte le Organizzazioni, i Movimenti, le Associazioni, le Istituzioni accademiche e culturali che sono presenti in spirito di collaborazione. È una felice intuizione onorare “uniti e insieme” un anniversario così importante per la storia d’Italia e d’Europa, rileggendo con un largo e qualificato contributo di idee, di esperienze e di buone prassi i dodici Punti che costituivano il Programma dell’Appello, per risentirne il valore e l’attualità e riaffermare la sua praticabilità tra la gente, attraverso un nuovo dialogo culturale e sociale che sia ispirato, oggi come ieri, “ai saldi principi del cristianesimo”.

In occasione del V Convegno nazionale della Chiesa Italiana, ho sottolineato l’importanza di questo metodo, che sta alla base del grande impegno profuso da Don Luigi Sturzo e dai laici cristiani dell’epoca, prima della formulazione dell’“appello”: «La società italiana si costruisce quando le sue diverse ricchezze culturali possono dialogare in modo costruttivo: quella popolare, quella accademica, quella giovanile, quella artistica, quella tecnologica, quella economica, quella politica, quella dei media. […] Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà» (Firenze, 10 novembre 2015). Mi pare di poter cogliere nella vostra iniziativa un esaudimento di queste parole e, pertanto, vi incoraggio a proseguire su questa strada in nome della cultura dell’incontro e del dialogo che tanto mi sta a cuore. Questo centenario ci dà l’occasione di riflettere sulla concezione cristiana della vita sociale e sulla carità nella vita pubblica secondo il pensiero, la vita e le opere del servo di Dio Don Luigi Sturzo.

Per il sacerdote di Caltagirone, il compito di informare cristianamente la vita sociale e politica appartiene soprattutto ai laici cristiani che, attraverso il proprio impegno e nella libertà che loro compete in tale ambito, attuano gli insegnamenti sociali della Chiesa, elaborando una sintesi creativa tra fede e storia che trova il suo fulcro nell’amore naturale vivificato dalla grazia divina. In polemica con quanti sostenevano un dualismo tra etica e politica, tra Vangelo e società umana e limitavano la legge dell’amore alla vita privata, Don Sturzo affermava: «La legge dell’amore non è una legge politica; sta bene in chiesa, sta bene nelle famiglie, sta bene nei rapporti privati. È vero che molti oggi, anche cristianelli annacquati, posano a fieri censori di coloro che si occupano di vita pubblica; e definiscono la politica una sentina di mali, un elemento di corruzione, uno scatenamento di passioni; e quindi da starne lontani; costoro confondono il metodo cattivo con quella che è invece doverosa partecipazione del cittadino alla vita del proprio Paese. Il fare una buona o cattiva politica, dal punto di vista soggettivo di colui che la fa, dipende dalla rettitudine dell’intenzione, dalla bontà dei fini da raggiungere e dai mezzi onesti che si impiegano all’uopo. Così ragionano i cristiani di ogni tempo e di ogni Paese. E con questo spirito, l’amore del prossimo in politica deve stare di casa e non deve essere escluso come un estraneo: né mandato via facendolo saltare dalla finestra, come un intruso. E l’amore del prossimo non consiste nelle parole, né nelle moine: ma nelle opere e nella verità» (da “Il Cittadino di Brescia”, 30 agosto 1925: La vera vita. Sociologia del soprannaturale, Bologna 1943).

La moralizzazione della vita pubblica è legata per Don Sturzo soprattutto a una concezione religiosa della vita, da cui deriva il senso della responsabilità morale e della solidarietà sociale. L’amore è per lui il vero vincolo sociale, il motivo ispiratore di tutta la sua attività. Egli, in modo assai originale, cercò di realizzare una “ortoprassi” cristiana della politica, basata su un corretto rapporto fra etica e vita teologale, tra dimensione spirituale e dimensione sociale. In questa prospettiva si comprende come Don Luigi Sturzo sia stato definito da San Giovanni Paolo II «infaticabile promotore del messaggio sociale cristiano e appassionato difensore delle libertà civili» (Discorso nell’Università di Palermo, 20 novembre 1982: Insegnamenti V, 3 [1982], 1355). Il mio venerato predecessore ebbe a indicarlo come modello ai seminaristi e ai sacerdoti: « La vita, l’insegnamento e l’esempio di Don Luigi Sturzo – il quale nella piena fedeltà al suo carisma sacerdotale seppe infondere non solo nei siciliani ma nei cattolici italiani il senso del diritto-dovere della partecipazione alla vita politica e sociale, alla luce dell’insegnamento della Chiesa – siano presenti e ispirino il loro apostolato di evangelizzazione e di promozione umana» (Discorso ai Vescovi di Sicilia in Visita “ad Limina Apostolorum”, 11 dicembre 1981: Insegnamenti IV, 2 [1981], 907).

Luigi Sturzo, prima che statista, politico, sociologo e poliedrico letterato, era un sacerdote obbediente alla Chiesa, un uomo di Dio che ha lottato strenuamente per difendere e incarnare gli insegnamenti evangelici, nella sua terra di Sicilia, nei lunghi anni di esilio in Inghilterra e negli Stati Uniti e negli anni ultimi della sua vita a Roma. Nel suo testamento spirituale, redatto il 7 ottobre del 1958, egli scriveva: «A coloro che mi hanno criticato per la mia attività politica, per il mio amore alla libertà, il mio attaccamento alla democrazia, debbo aggiungere, che a questa vita di battaglie e di tribolazioni non venni di mia volontà, né per desiderio di scopi terreni né di soddisfazioni umane: vi sono arrivato portato dagli eventi». E aggiungeva: «Riconosco le difficoltà di mantenere intatta da passioni umane la vita sacerdotale e Dio sa quanto mi sono state amare le esperienze pratiche di 60 anni di tale vita; ma ho offerto a Dio e tutto indirizzato alla sua gloria e in tutto ho cercato di adempiere al servizio della verità». Il suo insegnamento e la sua testimonianza di fede non devono essere dimenticati, soprattutto in un tempo in cui è richiesto alla politica di essere lungimirante per affrontare la grave crisi antropologica.

Vanno dunque richiamati i punti-cardine dell’antropologia sociale sturziana: il primato della persona sulla società, della società sullo Stato e della morale sulla politica; la centralità della famiglia; la difesa della proprietà con la sua funzione sociale come esigenza di libertà; l’importanza del lavoro come diritto e dovere di ogni uomo; la costruzione di una pace giusta attraverso la creazione di una vera comunità internazionale. Questi valori si basano sul presupposto che il cristianesimo è un messaggio di salvezza che si incarna nella storia, che si rivolge a tutto l’uomo e deve influire positivamente sulla vita morale sia privata che pubblica. A distanza di cento anni dall’Appello “A tutti gli uomini liberi e forti”, il Convegno che si svolge a Caltagirone rimanda a un impegno creativo e responsabile dei cristiani, chiamati a interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo, per realizzare una prassi sociale e politica animata dalla fede e vissuta come esigenza intrinseca della carità. Penso soprattutto ai giovani, che vanno adeguatamente coinvolti, perché possano portare nuova passione, nuova competenza, nuovo slancio all’impegno sociale e politico. Con questa speranza, auguro che le vostre giornate di lavoro e di riflessione siano proficue e portino frutti abbondanti e duraturi. A tutti imparto di cuore la mia benedizione, chiedendovi di continuare a pregare per me.

Dal Vaticano, 13 giugno 2019

FRANCESCO

BIOETICA per la VITA – BIOETICA per l’ECOLOGIA. Un articolo in ricordo del Card. Elio Sgreccia, docente della Facoltà di Bioetica dell‘Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

Elio Sgreccia, Maestro di vita e per la vita

Gonzalo Miranda, LC, Decano della Facoltà di Bioetica.

Ieri ci ha lasciato il cardinale Elio Sgreccia, Don Elio, come l’abbiamo sempre chiamato, con rispettosi sentimenti di familiarità, di figliolanza riconoscente.

Riposi in pace, dopo tanti anni di dedizione faticosa e feconda alla causa del Vangelo della vita. Se ne è andato un padre e un vero maestro per tutti coloro che, direttamente o indirettamente, siamo stati suoi discepoli, specialmente nell’ambito della bioetica. Ma il suo esempio e il suo insegnamento vivono dentro di noi e dentro tante persone ed istituzione che si spirano alla sua figura.

Il Prof. Sgreccia ha formato numerose generazioni di bioeticisti, soprattutto nel e dal Centro di bioetica e nell’Istituto da lui fondati nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Roma, nell’ormai lontano 1985. È stato docente anche degli alunni della nostra facoltà di bioetica, all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, dove ha tenuto diversi corsi fino a pochi anni fa. Gli ultimi corsi li ha dedicati alla dimensione pastorale ed evangelizzatrice della Bioetica (a cui ha dedicato due volumi: “Per una pastorale della vita umana“).

Don Elio ha impegnato la sua solidità di pensiero e la sua finezza argomentativa, non per dilettare o dilettarsi, ma per trasmettere idee, verità e valori che illuminano la vita di ogni persona umana. Per questo stesso motivo ha dedicato la maggior parte dei suoi sforzi negli ultimi anni alla fondazione, guida ed animazione di istituzioni dedicate alla dimensione religiosa (oltre che culturale) della promozione della vita umana: “Donum vitae” e “Ut vitam habeant”.

Per il Card. Sgreccia, infatti, la bioetica non è stata mai un mero esercizio intellettuale. La persona umana, ogni persona umana, è stata sempre al centro del suo pensiero e del suo cuore. Per questo ha voluto definire l’impostazione bioetica da lui proposta come “Bioetica Personalista ontologicamente fondata”.

Una visione della bioetica che – rispondendo pienamente alle aspirazioni più intime di ogni essere umano – è andata diffondendosi e mettendo radici in tante persone e istituzioni accademiche di tutti i continenti. Ne è una prova la diffusione della FIBIP (“Federazione di bioetica personalista”), voluta e fondata dallo stesso Elio Sgreccia.

Ho potuto descrivere brevemente questa sua concezione della bioetica e tracciare un profilo della figura del maestro Sgreccia nell’atto solenne del conferimento del Dottorato Honoris Causa che la nostra Facoltà gli ha concesso il 25 marzo 2011. Mi permetto di invitare a leggere il testo della Laudatio pronunciata in quell’occasione.

5 Giugno – Giornata Mondiale dell’Ambiente

La Giornata mondiale dell’ambiente è un evento globale guidato dalle Nazioni Unite,
che si svolge il 5 giugno di ogni anno
ed è celebrato da migliaia di comunità in tutto il mondo.

Giornata dell’Ambiente

Giornata dell'AmbienteGiornata dell'Ambiente

Già dal 15 marzo u.s. al Forum per l’Ambiente a Nairobi, il capo della delegazione cinese, Zhao Yingmin, Vice Ministro dell’Ecologia e dell’Ambiente, e Joyce Msuya, Capo facente funzione delle Nazioni Unite, hanno annunciato congiuntamente che la Cina ospiterà le celebrazioni della Giornata mondiale dell’ambiente il 5 giugno 2019 con un tema di inquinamento atmosferico.
Circa 7 milioni di persone in tutto il mondo muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico, con circa 4 milioni di questi decessi verificatisi nell’Asia-Pacifico.

La Giornata mondiale dell’ambiente 2019 solleciterà governi, industrie, comunità e individui a riunirsi per esplorare le energie rinnovabili e le tecnologie verdi e migliorare la qualità dell’aria nelle città e nelle regioni di tutto il mondo.

Giornata dell'AmbienteGiornata dell'Ambiente

Il governo della Cina si è impegnato a organizzare le celebrazioni della Giornata mondiale dell’ambiente in diverse città, con Hangzhou, nella provincia di Zhejiang, per ospitare l’evento principale.
Dopo le questioni critiche come l’interruzione dello spreco alimentare e la promozione della diffusione delle auto elettriche, le Nazioni Unite presenteranno il 5 giugno la pubblicazione di un rapporto di revisione di 20 anni di controllo dell’inquinamento atmosferico a Pechino.

Giornata dell'AmbienteGiornata dell'Ambiente

“La Cina sarà una grande festa mondiale delle celebrazioni della Giornata mondiale dell’ambiente 2019”, ha detto Joyce Msuya. “Il paese ha dimostrato una straordinaria leadership nell’affrontare l’inquinamento atmosferico a livello nazionale. Ora può aiutare a spronare il mondo ad una maggiore azione.
L’inquinamento atmosferico è un’emergenza globale che colpisce tutti. La Cina ora guiderà la spinta e stimolerà l’azione globale per salvare milioni di vite “.

Giornata dell'AmbienteGiornata dell'Ambiente

La Cina, con il suo crescente settore dell’energia verde, è emersa come leader del clima. Il paese possiede metà dei veicoli elettrici del mondo e il 99 percento degli autobus elettrici del mondo. Ospitando la Giornata mondiale dell’ambiente 2019, il governo cinese sarà in grado di mostrare la sua innovazione e il suo progresso verso un ambiente più pulito.

Giornata dell'AmbienteGiornata dell'Ambiente

Secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite sull’inquinamento atmosferico in Asia e nel Pacifico, l’attuazione di 25 politiche tecnologiche potrebbe portare a una riduzione del 20% del biossido di carbonio e una riduzione del 45% delle emissioni di metano a livello mondiale, portando a un terzo di grado Celsius risparmio del riscaldamento globale.

Giornata dell'AmbienteGiornata dell'Ambiente

Mondo in pericolo. Italia senza risorse. Biodiversità a rischio, animali e piante in via di estinzione.

Da una nota di “Remocontro – La virtù del dubbio”

Biodiversità

Mondo in pericolo. Italia senza risorse.

Biodiversità a rischio, animali e piante in via di estinzione.

Di Alessandro Fioroni

BiodiversitàBiodiversità

Nel 1992 fu stipulata la Convenzione sulla diversità biologica, 200mila aree del pianeta furono considerate protette e cioè libere da qualsiasi attività umana che ne potesse alterare l’equilibrio.
A distanza di anni però l’obiettivo non è stato raggiunto e, al contrario, molte di quelle aree sono considerate in pericolo.
Quella che viene definita pressione antropica, l’intervento dell’uomo, sta al contrario determinando danni ingentissimi.
Estrazione mineraria, disboscamento, agricoltura, sono le attività maggiormente impattanti sulle aree protette.
. Il punto sulla situazione è stato fatto il 22 maggio scorso, in occasione dell’annuale Giornata mondiale della biodiversità. In quella data il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres ha dichiarato che il «benessere e la prosperità delle persone, oggi e in futuro, dipendono dalla presenza di una ricca varietà di vita sulla terra».
Un invito alle 196 nazioni che hanno promesso di proteggere il patrimonio mondiale della natura ma che negli ultimi anni non stanno rispettando l’accordo che prevedeva “la conservazione della biodiversità, l’uso sostenibile delle sue componenti e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche”.

BiodiversitàBiodiversità

Lo studio di Science
Quella che viene definita pressione antropica, l’intervento dell’uomo, sta al contrario determinando danni ingentissimi.
Estrazione mineraria, disboscamento, agricoltura, sono le attività maggiormente impattanti sulle aree protette. La rivista Science ha pubblicato uno studio nel quale viene calcolato che l’uomo sta tradendo l’accordo in almeno 6 milioni di chilometri quadrati dei paradisi della biodiversità.
L’impronta ecologica umana, anche se pesa sulle aree protette per la metà rispetto al territorio non vincolato, sta avendo effetti importanti soprattutto nelle aree più densamente popolate di Europa occidentale, Asia meridionale, Africa.
Uno scienziato dell’Università del Queensland in Australia, James Watson, ha mostrato quello che sta succedendo secondo otto parametri, come presenza di strade, agricoltura intensiva, illuminazione stradale, rete elettrica.
Il risultato è sconfortante: solo il 10% delle aree prese in considerazione è risultato libero dall’azione dell’uomo, si salvano solo alcune aree che si trovano in territorio difficilmente raggiungibili in Russia e Canada. Con questo ritmo di sfruttamento delle risorse naturali il 30% delle specie si estinguerà nei prossimi 50 anni.

BiodiversitàBiodiversità

Estinzione di massa
Il pericolo di un’estinzione di massa è quello che maggiormente si sta cercando di scongiurare, e a provocarlo è proprio la distruzione della biodiversità. Le attività di caccia e pesca, inquinamento, distruzione degli habitat naturali, diffusione di specie invasive non avevano mai raggiunto un tale livello come quello attuale.
Dal 1500 a oggi, la terra ha perso 765 specie, di cui 79 mammiferi, 145 uccelli e 36 anfibi
Ma l’allarme non suona solo per animali e piante, il declino della biodiversità porta con se altri grandi problemi. Eliminare la differenza biologica nelle varie aree del pianeta infatti, provoca anche rischi alla sicurezza idrica, alimentare e sanitaria che possono a loro volta determinare risultati catastrofici per l’esistenza umana.

BiodiversitàBiodiversità

Italia senza risorse
Anche l’Italia non è immune dai pericoli che si stanno profilando nel prossimo futuro. Il 24 maggio si è calcolato che il nostro paese ha esaurito le risorse naturali a disposizione. Praticamente si consumerà più di quello che il nostro territorio mette a disposizione. Lo sfruttamento intensivo prevedibilmente si intensificherà e se non si corre ai ripari gli effetti non tarderanno a manifestarsi.
Al momento, secondo gli studi dell’Ispra (Istituto per la Protezione e Ricerca Ambientale), l’Italia ha perso 6 delle 672 specie di vertebrati censite. 3 sono uccelli, 2 pesci e un mammifero mentre altre 161 sono a rischio scomparsa.
Ad incidere sull’estinzione è soprattutto la diffusione incontrollata di specie aliene.
Solo nel Mar Mediterraneo il loro numero è più che raddoppiato tra il 1970 e il 2015, 150 nuove specie registrate negli ultimi 15 anni, con drammatiche previsioni per i prossimi anni.

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22 Maggio Giornata Mondiale della Biodiversita’- Papa Francesco :”Ogni creatura ha una funzione, nessuna è superflua”

Papa Francesco su Twitter il 22 maggio 2019

Ogni creatura ha una funzione, nessuna è superflua. Tutto l’universo è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi: suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio.

Modica 18-19 Maggio -Festa dei Musei

Festa dei Musei: 18-19 Maggio

“La Notte dei Musei” torna, così come in tutta l’Europa, sabato 18 maggio p.v. Un’occasione per conoscere il nostro passato.L’evento proposto dal Movimento Azzurro al Castello dei Conti seguirà il seguente programma:
SABATO 18: ore 18:00
 Il Neolitico (ri)vive con il Movimento Azzurro. Visita guidata animata tra le riproduzioni del museo dell’associazione. Un viaggio straordinario nel passato, attraverso il quale scoprire gli aspetti della vita quotidiana e le primissime esperienze artistiche dell’uomo della preistoria.
Ore 20:00
 Apertura mostra “Primitivi?”
I popoli “primitivi” e il loro rapporto con la natura.
Ore 21:00
 Danza in cerchio e Musica delle piante. I presenti vivranno l’emozionante esperienza di ascoltare i suoni prodotti dalle piante e, guidati da una professionista, potranno danzare una coreografia ispirata alla natura e beneficiare dell’armonia interiore che la musica delle piante e la danza creano.DOMENICA 19: ore 10:30
 L’ultimo dei Chiaramonte: Nello splendido scenario del Castello dei Conti, il racconto della vita di Andrea Chiaramonte, l’ultimo della nobile dinastia che governò la Contea per circa un secolo, arrestato a tradimento e condannato a morte.
Ore 11:30
Dimostrazione di falconieri.
Ore 12:00
 Dimostrazione di combattimento medievale.Ore 19:30

 Vita a Modica ai tempi del castello. Partendo dalla lettura di semplici atti notarili conservati presso l’Archivio della Contea di Modica, scopriremo piccole curiosità della vita popolare nel 17° sec.

Successo dell’itinerario “Lo stupore e il fascino dei nostri quartieri”, organizzato dal Movimento Azzurro di Modica

Successo dell’itinerario “Lo stupore e il fascino dei nostri quartieri”, organizzato dal Movimento Azzurro di Modica

Significativo successo dell’itinerario “Lo stupore e il fascino dei nostri quartieri”, organizzato dal Movimento Azzurro di Modica sabato 13 Aprile scorso, che si è snodato partendo da Santa Maria di Betlem, vico Ragusa, via Santa Margherita, Chiesa di Santa Margherita, vico Savarino, vico Puma e infine la Badia con la Chiesa di San Francesco Saverio.
Una partecipazione numerosa, attenta ed entusiasta ha reso il percorso gradevole e interessante. Nelle soste programmate nei vicoli, a Santa Maria, a Santa Margherita e alla Badia, il Movimento Azzurro, anche in collaborazione del Centro studi Placido Carrafa, ha illustrato le caratteristiche, la storia, le tradizioni, il contesto sociale, antropologico, economico del quartiere e il ruolo da esso svolto nell’ambito cittadino. Sono state pure molto apprezzate le poesie di Puma Salvatore, del figlio Giuseppe, di Raffaele Grana Scolari declamate da membri del Movimento. Modica è la somma di tanti quartieri ed è auspicabile che essi vengano inseriti nel progetto turistico che la sta vedendo proiettata all’attenzione nazionale e internazionale-
Il Movimento Azzurro renderà nota la data del prossimo itinerario e ringrazia i partecipanti e quanti hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa.

“La valorizzazione del patrimonio arboreo monumentale del territorio ibleo”. Incontro organizzato dal Movimento Azzurro Modica

“La valorizzazione del patrimonio arboreo monumentale del territorio ibleo”
E’ questo il titolo dell’appuntamento del Movimento Azzurro presso l’ente Liceo Convitto di Modica, organizzato per venerdì prossimo (29 Marzo) alle ore 17:30.
Un albero monumentale, ovvero un albero che ha vissuto per parecchi secoli, (in alcuni casi più di un millennio!), è un albero che racconta la memoria, la storia e le leggende del suo luogo. Ci racconta del connubio con l’uomo, ci racconta, in alcuni casi, di artisti che lo hanno celebrato.
Ma esso è anche, e soprattutto, una creatura vivente, “padre” di un ecosistema che dona vita ad animali grandi e piccoli e ad altri esseri vegetali.
A volte incarna anche la figura del saggio, di una colonna divina insieme alla quale non ci sente mai soli: Abbracciare uno di questi alberi significa trovare un amico con il quale fare meditazione, trovare una fonte di energia positiva che fa stare meglio il corpo e l’anima.
Come si riconosce un albero monumentale? Ci sono leggi che lo tutelano, come si cura? Vorreste un bosco a Modica? Di questo e di tanto altro parleremo venerdì prossimo.
Al convegno interverrà Filippo Principato Dirigente generale del Comando del Corpo Forestale della Regione Siciliana. Relazionerà Francesco Alongi Dirigente dell’Unità Operativa 39 I.R.F. di Ragusa. Michele Caldarella illustrerà il progetto: “Un Bosco per la città”. E’ anche previsto, alla fine, uno spazio per chi volesse intervenire. (E’ necessario prenotarsi prima.)