Viaggio all’interno del mondo di parchi, riserve e siti natura 2000 della Sicilia

Catania, 02/03/2020

Viaggio all’interno del mondo di parchi, riserve e siti natura 2000 della Sicilia

Il Movimento Azzurro Regione Sicilia comincia una rubrica di approfondimento sul variegato mondo delle Aree Naturali Protette di Sicilia; si tratta di 5 parchi regionali, 1 parco nazionale, 77 riserve terrestri, 6 aree marine e oltre 250 siti natura 2000 (ZPS e SIC) che occupano circa il 10% del territorio della nostra isola. Un vero e proprio viaggio critico, che ci porterà a scoprire luci ed ombre nell’operato dei soggetti ai quali la Regione Siciliana ha affidato l’importante compito di vigilare sul rispetto dei valori istituzionali di ciascuna area protetta e nel contempo di divulgarne le conoscenze e le eccellenze attraverso attività di accoglienza e accompagnamento.

Pertanto, più che sull’importante e ricco patrimonio di biodiversità custodito dalle aree protette, richiameremo l’attenzione soprattutto sulle eventuali disfunzioni nelle attività connesse alla loro tutela e conoscenza da parte dei soggetti che hanno assunto il delicato e importante compito della gestione del nostro vastissimo patrimonio naturale. A scanso di equivoci, va subito detto che i soggetti incaricati della gestione di aree protette non svolgono l’incarico affidato gratis su basi di volontariato, ma giustamente ricevono dalla Regione Siciliana risorse per personale e lo svolgimento di attività varie, quali vigilanza, accoglienza e accompagnamento dei visitatori, ricerca e divulgazione delle conoscenze.

Il primo impatto all’avvio del nostro viaggio è la visione di un mondo agonizzante, praticamente abbandonato a sé stesso. Vigilanza poca o addirittura assente, per non parlare delle attività di accoglienza e di accompagnamento dei visitatori. Difficilissimo incontrare personale delle riserve, i direttori e gli operatori non li troviamo sul campo ma nelle sedi degli enti di gestione; in compenso abbondano le minidiscariche abusive.

La sensazione che ne ricaviamo non è delle migliori. Sembrerebbe che la maggior parte delle aree protette, sia che si tratti di parco o di riserva piuttosto di area marina, per non parlare dei siti natura 2000, abbiano perso completamente di vista i propri scopi per le quali sono state istituite e con il tempo siano divenute altrettanti soggetti completamente avulsi dal mondo che li circonda, perdendo completamente i contatti con il territorio e le sue comunità. Purtroppo sorge legittimo il sospetto che molte di esse oggi si limitano a sopravvivere con l’unico scopo di mantenere il privilegio di far incassare ad una ristretta cerchia di soggetti le hanno in affidamento il foraggiamento elargito dalla Regione Siciliana. In verità, di tanto in tanto gli enti di gestione si limitano a fare qualche iniziativa, anche se spesso tanto fumosa quanto autoreferenziata. Troppo poco. In ogni caso le comunità interessate non vengono in nessun modo coinvolte nelle attività di un’area protetta, ma ne subiscono solo il peso di una presenza che diviene sempre più ingombrante.

Una situazione assurda anche perché parchi e riserve, dotati di personale e di risorse economiche, avrebbero dovuto svolgere attività di tutela e di fruizione sostenibile, rappresentando nel contempo il volano per l’avvio dello sviluppo sociale ed economico del territorio. Invece si sono perse tante possibilità, non ultima quella rappresentata dalla rete ecologica siciliana. Così si va ineluttabilmente verso il disastro dell’intero sistema. Nella nostra rubrica denunceremo le magagne e le situazioni che non vanno. Per il bene della Sicilia e dei siciliani.

Notizia freschissima: la Guardia costiera di Porto Empedocle (Agrigento) ha apposto i sigilli agli accessi alla Scala dei Turchi di Realmonte. A disporre il sequestro è stato il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che ha anche iscritto nel registro degli indagati Ferdinando Sciabarrà che è catastalmente proprietario di una grossa parte dell’area. L’ipotesi di reato che viene contestato dalla magistratura è di occupazione di demanio pubblico. Siamo in presenza di un sito, che appartiene all’umanità ma è poco tutelato così come la gran parte delle aree protette in Sicilia.

 

Nello Russo

Coordinatore Movimento Azzurro Regione Sicilia