Si è conclusa il 24 Novembre 2022, la due giorni dedicata alla Festa dell’albero, magistralmente organizzata dal professore Alessio Usai responsabile del settore ecologia ed educazione ambientale dell’Istituto Comprensivo Statale Giuseppe Garibaldi di Castel Volturno; hanno preso parte alla manifestazione, le principali associazioni di tutela ambientale del territorio, le autorità, il presidente dell’Ente Riserve Lago di Falciano, Costa di Licola, Foce del Volturno, i Dirigenti scolastici di tutti i plessi scolastici di Castel Volturno, i Carabinieri Forestali, i rappresentanti di “Campania più verde”. Le due giornate si sono svolte all’insegna della partecipazione attiva dei bambini delle scuole dell’infanzia, elementari e medie, i quali hanno, per l’occasione, preparato lavori, elaborati, canzoni, poesie, filastrocche e disegni volti a sottolineare l’importanza dell’albero, amico dell’uomo e bene prezioso da proteggere. L’ecosezione Caserta ha curato l’animazione e la piantumazione delle piante. L’evento si è concluso con un convegno cui hanno preso parte tutti gli attori citati. L’occasione ha offerto numerosi spunti di dialogo e riflessione Grazie agli interventi dei ragazzi, delle autorità e delle testimonianze delle associazioni presenti. Attualmente il litorale Domizio sta affrontando una fase abbastanza critica. Per quel che riguarda gli aspetti naturalistici, difatti, la storica Pineta domitia, ha subito una irreparabile aggressione da parte della cocciniglia tartaruga che ne ha sterminato la sua quasi totale interezza . Tuttavia, grazie all’intervento di “Campania più verde” in stretta collaborazione con l’Ente riserve statali, presieduto dal dottore Giovanni Sabatino, si sta portando avanti oramai da un anno, un poderoso piano di riqualificazione di tutta la pineta, riassestando la Duna, mettendo a dimora specie autoctone da sostituire ai Pini oramai morenti. Allo stesso modo è partita una fitta rete di collaborazioni tra tutti gli istituti scolastici, oramai in protocollo d’Intesa fra loro e con le associazioni di tutela ambientale presenti sul territorio. L’Ecosezione Caserta del Movimento Azzurro, ha giocato e gioca un ruolo fondamentale nello svolgimento di numerose di queste attività, occupandosi dell’organizzazione della logistica, laboratori di educazione ambientale, sensibilizzazione e soprattutto organizzando escursioni naturalistiche con percorsi educativo sensoriali. Queste ultime sono volte a riavvicinare e riassestare, in un equilibrio funzionale, i cittadini non soltanto di Castelvolturno, con le risorse naturalistiche del luogo. Principio fondamentale su cui è impostato il focus della Mission dell’Ecosezione Caserta è che una maggiore conoscenza e consapevolezza delle risorse naturalistiche e l’ apprezzamento delle preziosità del territorio, possano portare ad una maggiore e concreta partecipazione della cittadinanza verso un sentimento di identità, attaccamento e partecipazione al territorio stesso. La nostra Ecosezione ha ricevuto numerosi encomi e ringraziamenti, anche ufficiali, da parte dell’amministrazione comunale e delle altre istituzioni presenti sul territorio. Conclusa la seconda Estate di pattugliamenti e monitoraggio per il Progetto Caretta in vista della Stazione zoologica Anton Dohrn, di cui l’Ecosezione è parte attività, ci si accinge ad organizzare il programma per il prossimo futuro. Numerose iniziative vengono dedicate anche alle fasce più deboli, come portatori di handicap, bambini e ragazzi autistici cui viene offerta l’ opportunità di visitare e conoscere le varie realtà naturalistiche presenti sul territorio. In particolare va citata la strettissima collaborazione con le unità cinofile di salvataggio in acqua presiedute da Claudia di Palma. Le stesse, iscritte alla nostra Ecosezione, arricchiscono, con numerose giornate dimostrative, le attività della nostra Ecosezione. Si auspica che a seguito di tutte le numerose collaborazioni messe in atto, si possa raggiungere un risultato concreto e fruttuoso soprattutto nel coinvolgimento dei giovani e dei bambini verso la tutela del patrimonio naturalistico del luogo , ricchissimo di biodiversità e tutelato da numerosi vincoli di protezione.
Autore: Ufficio Stampa
Il Danno Peggiore dell’Uscita di Draghi? Riguarda Putin e il Gas
di Diego Gavagnin e Vittorio D’Ermo
Da formiche.net, ancora in attesa di conoscere l’esito della crisi di governo, ripubblichiamo l’analisi molto netta di due esperti di energia sul ruolo centrale del Presidente Draghi in Europa per fermare l’aggressione russa con strumenti economici. Tagliare le forniture da Est puntando sul Gnl (e – aggiungiamo noi – sul gas italiano) toglierebbe ogni arma di ricatto a Putin.

Mario Draghi, tra i leader europei, è senza dubbio quello con le idee più chiare su ciò che può fermare Putin o almeno spaventarlo per indurlo a più miti consigli. Serve però determinazione, ciò che certo a Draghi non manca. Il leader italiano è stato l’unico capo di governo europeo a dire esplicitamente che comunque finisca l’aggressione all’Ucraina: “Dobbiamo eliminare per sempre la nostra dipendenza dalla Russia” (Corsera 27.6).
Ci vorranno un paio d’anni ma l’indipendenza europea dal gas russo sappiamo che è possibile, soprattutto recuperando metano liquido (Gnl) portato con le navi che arriva da tutto il mondo e può andare in tutto il mondo. Il gas non manca, ce n’è così tanto che potremmo già oggi sostituire tutto il petrolio e il carbone che consumiamo.
La solidità della posizione di Draghi la dimostrano i numeri. Fino al 2020, l’Europa importava via gasdotto 150 miliardi di gas russo con contratti pluriennali, che la Russia è sempre stata molto attenta a non violare, sia per non pagare le penali previste per mancata consegna nell’arco dell’anno, sia per non alienarsi completamente la fiducia dei mercati. Delle compagnie private, soprattutto.
Poi c’erano i circa 40 miliardi che gli europei “compravano a pronti”, secondo necessità. Sono quelli che, consegnati abitualmente negli anni precedenti, dall’estate 2021 la Russia ha smesso di darci, senza quindi violare contratti.
Questo, nonostante i prezzi fossero in salita, perché gli acquisti della Cina – impegnata in un imponente piano di metanizzazione – stavano stressando il mercato del Gnl, assieme ad altri fattori, come la siccità in Brasile, la scarsa ventosità del Mare del Nord e il ridotto apporto del nucleare francese, con altri acquisti imprevisti di metano per la produzione di elettricità.
La Russia ha quindi in pancia 190 miliardi di gas destinati all’Europa di cui non saprà cosa fare se noi smettessimo di comprarlo. Gli amici di Putin di casa nostra dicono che smettere di comprare gas russo non risolverebbe il problema perché potrebbe essere venduto su altri mercati. È falso, ed è incredibile come la stampa nazionale non faccia mai alcuna verifica su questo.
La Russia dispone di solo due liquefattori, uno nell’isola di Sakhalin, vicino al Giappone, e uno nella Siberia Artica. Le sue esportazioni di Gnl sono residuali (39 miliardi di mc in un mercato globale di 500 miliardi nel 2021) e non riesce a espandere la produzione senza le tecnologie occidentali. Poi si parla molto del mercato cinese, già rifornito da anni via gasdotto da Sakhalin e da Paesi ex sovietici, come Turkmenistan e Kazakhstan (nel complesso circa 50 miliardi mc nel 2021).
Ci sono però due dettagli che i soloni energetici nazionali, catastrofisti come gradiscono gli editori, si scordano sempre di chiarire. Il gas che dalla Russia va verso la Cina è prodotto da giacimenti diversi da quelli che forniscono l’Europa, e non sono collegati. Potranno forse esserlo in futuro, ma si tratta di stendere altre decine di migliaia di chilometri di gasdotti dallo scarso senso economico e che richiedono molti anni per essere completati. Stesso discorso di tempi lunghi per i due progetti dalla Siberia centro-artica, verso la Mongolia e il nord della Cina.
Ma ciò che più conta è che quando la Cina, e magari anche l’India, fossero fornite di gas russo via gasdotto, si libererebbe tutto il GNL – oggi più di 200 miliardi di mc – che Pechino e Delhi comprano via navi metaniere, pronto per venire in Europa in aggiunta a quello nuovo che nel frattempo già ci stiamo procurando.
Non a caso gli armatori, che devono avere lo sguardo lungo, stanno ordinando sempre più grandi navi che usano il Gnl come carburante (e con cui produrranno a bordo anche l’idrogeno), perché sanno che entro due o tre anni il suo prezzo è comunque destinato a crollare. Con tanti saluti all’economia russa per i prossimi decenni, perché basata sulla vendita di gas e in misura minore di petrolio.
Una decisione formale dell’Europa di non essere più dipendente dal gas russo è la minaccia più seria per convincere Putin a finirla con la guerra all’Europa e all’Occidente. Draghi, come capo del governo italiano, ci stava lavorando d’accordo con gli Usa. Adesso?
http://astrolabio.amicidellaterra.it/node/2741#.Y2o2DKYHzuA.gmail
Comunicato Stampa in margine alla Fictione “IMMA TATARANNI, SOSTITUTO PROCURATORE” Rai1
Le associazioni ambientalistiche Amici della Terra, Mountain Wilderness ……. con questo documento intendono esprimere e divulgare la loro gratitudine nei confronti degli autori della serie televisiva “Imma Tataranni , sostituto procuratore”, i quali, nella puntata andata in onda su RAI 1 il giorno 13 ottobre del corrente mese, hanno avuto il coraggio di aprire un varco nella muraglia di omertà che da decenni impedisce ai nostri concittadini di venire a conoscenza dei fatti reali nascosti dietro al ricorso sregolato delle cosiddette energie rinnovabili e in particolare dietro all’invasione delle gigantesche torri a elica innalzate su tanti crinali della penisola per produrre energia elettrica del vento. Il gravissimo scempio ai paesaggi italiani, con gli irreparabili danni collaterali all’immagine culturale e all’appeal” turistico del Bel Paese, è stato giustificato dalle società coinvolte in questo settore, ricorrendo a una narrazione ampiamente discutibile. Il loro martellante messaggio mediatico, reso possibile dagli ingenti ricavi derivati dalle installazioni già realizzate con il supporto dello Stato, avrebbe dovuto contribuire a creare nel pubblico l’illusione che basterebbe innalzare un numero adeguato di quegli imponenti impianti industriali ( contrabbandati come lievi girandole) sulle creste dei nostri territori più pregiati per arrestare l’innalzamento delle temperature mondiali dovuto all’effetto serra. Niente di più opinabile! In verità la strada realistica verso la mitigazione della produzione di CO2 sfiora solo marginalmente il ricorso al vento e al sole. Affidarsi fideisticamente a tali risorse, per loro natura inaffidabili, equivale a una pericolosa illusione. Le nostre associazioni sono pronte a fornire in altra sede a chiunque desiderasse un maggiore approfondimento le ragioni delle nostre ben argomentate perplessità. Qui desideriamo solo sottolineare come la nostra voce sia stata soffocata con ogni mezzo grazie alla complicità o all’ignavia della maggioranza degli schieramenti politici e di quasi tutti i media. Malgrado ciò, anche per merito delle eroiche opposizioni delle Soprintendenze, si è assistito quasi dovunque alla crescente contrarietà delle comunità locali verso l’imposizione di così gravi manomissioni dei loro territori e verso i disagi che ne derivano. Consapevoli di questa situazione di stallo, ora le industrie che lucrano sulla produzione dell’energia elettrica dal vento e dal sole, sfruttano a loro vantaggio l’argomento della necessità urgente di liberarsi dal ricatto del gas proveniente dalla Russia, per raggiungere l’obiettivo fantascientifico dell’indipendenza energetica. Costoro però si guardano bene dall’aggiungere che tale traguardo potrebbe essere teoricamente raggiunto solo al prezzo di una diversa sudditanza nei confronti dei produttori stranieri di pale eoliche, tra i quali primeggia la repubblica cinese che è anche proprietaria delle terre rare necessarie al funzionamento delle eliche rotanti, come del funzionamento dei pannelli fotovoltaici. Nell’attesa dell’arrivo dell’ improbabile Messia eolico, quale è il risultato, ad oggi? Anche se le preziose emergenze storico-artistiche e i paesaggi naturali di intere regioni come il Molise, la Basilicata, la Puglia, la Sicilia, sono stati già deturpati da migliaia di gigantesche torri eoliche, altre più di 200 metri,la produzione italiana di elettricità dal vento non copre neppure l’1,5% del fabbisogno energetico totale (i consumi elettrici sono solo una fetta dei consumi totali, il 22%). Il nuovo piano europeo REPowerEU alza ulteriormente l’asticella degli obiettivi e prevede per l’Italia che l’eolico passi da 11 GW di installato al 2021 a 36 GW al 2030. Questo significa che sarebbe necessario ricoprire interamente di torri eoliche uno spazio collinare pari all’intera regione Friuli-Venezia Giulia. La nostra percezione del paesaggio verrebbe praticamente imprigionata dovunque entro una gabbia di torri di acciaio, senza che tale sacrificio arrechi il minimo vantaggio a livello planetario.
Dispiace che a dare finalmente voce alle istanze di gran parte del mondo della cultura e dei territori sulla questione eolica sia una fiction e non l’informazione Rai, che dovrebbe essere a servizio delle comunità.
Il Movimento Azzurro presente alla tappa potentina “Treno del Milite Ignoto”
Il Milite Ignoto: un viaggio per celebrare il centesimo anniversario
Quest’anno ricorre il centenario del Milite Ignoto e lo Stato Maggiore della Difesa ha deciso di celebrare questo anniversario con il «Treno del Milite Ignoto» allestito dal Ministero della Difesa, in collaborazione con il gruppo Ferrovie dello Stato, la Fondazione Fs e la Struttura di Missione, come riedizione del convoglio speciale che nel 1921 trasportò la salma di quel soldato ignoto da Aquileia a Roma, per la tumulazione all’Altare della Patria. Questo viaggio toccherò tutti i capoluoghi di regione per rientrare il 4 novembre a Roma. Oggi, giovedì 20 ottobre è stata la volta di Potenza, infatti al binario 1 nella stazione di Potenza Centrale sarà possibile visitare la mostra itinerante allestita nel convoglio, dalle ore 9 fino alle ore 18.
Ma che cos’è e cosa rappresenta quella tomba?
È un simbolo, per rappresentare i caduti e i dispersi italiani in guerra, ma ha una storia bellissima.
Siamo nel 1920. L’Italia è appena uscita dalla prima guerra mondiale, a pezzi: piange ancora seicento mila morti. Seicento mila ragazzi che spesso erano costretti a uscire dalle trincee e fare assalti suicidi, pena, in caso si fossero rifiutati, la morte.
Il colonnello italiano Giulio Douhet, guardando alla Francia, il 24 agosto 1920 sulle colonne del periodico del movimento, Il Dovere, da lui diretto propone di glorificare la salma del caduto senza nome. È necessario attendere l’11 agosto 1921 perché la proposta, fatta propria dall’onorevole De Vecchi, fosse ufficializzata, grazie anche al dibattito che sul tema si stava appunto scatenato in Francia e Inghilterra. Il 4 agosto il disegno di legge arriva in Aula e l’onorevole Gasparotto chiede alle parti di rinunciare a intervenire perché il provvedimento che rendeva onore ai caduti potesse essere approvato in silenzio. All’unanimità viene chiusa la discussione e rinviato al giorno dopo il voto: con amara sorpresa, ci furono 35 contrari. È Gabriele D’Annunzio a dare il nome di “Milite Ignoto” alla salma del soldato senza nome che avrebbe ricordato nel tempo i sacrifici e gli eroismi della Grande Guerra.
Si sceglie il posto, che deve essere un luogo aperto, visibile a tutti: l’Altare della Patria in piazza Venezia a Roma è perfetto.
Non resta che scegliere la salma, il cadavere di un soldato che non è stato ancora identificato. E qui, come sempre, la burocrazia si mischia un po’ alla poesia.
Il Ministero della Guerra istituisce una commissione che ha un compito preciso: prelevare undici salme di soldati italiani non identificati. Dal 3 al 24 ottobre la commissione si dedica alla ricerca di undici salme di soldati provenienti da undici diversi campi di battaglia,dove gli scontri erano stati più atroci: Rovereto, le Dolomiti, gli altipiani, il monte Grappa, il Montello, il Basso Piave, il Cadore, Gorizia, il Basso Isonzo, il monte San Michele e Castagnevizza del Carso.
Sono cadaveri di ragazzi senza nome, che nessuno ha identificato, che non hanno elmetto e neppure mostrine.
Le undici bare vengono trasportate ad Aquileia, un paesino del Friuli-Venezia Giulia. Qui, avviene il momento più delicato e solenne: tra queste undici salme dev’essere scelta la bara del soldato che verrà tumulata all’Altare della Patria e che diventerà la bara del Milite ignoto. Il Governo affida questo compito alla madre di un soldato disperso: Maria Bèrgamas, è una friulana e suo figlio è un disperso irredento. Suo figlio Antonio, richiamato alle armi dagli austriaci nel 1914, quando la città di Gradisca apparteneva ancora all’impero, aveva disertato arruolandosi volontario con gli italiani nel 137esimo reggimento di fanteria della Brigata Barletta. Con il nome fittizio di Antonio Bontempelli, escamotage imposto per arruolare i volontari irredenti, era morto sull’Altopiano di Asiago, durante la Strafexpedition.
Il 28 ottobre 1921 nella cattedrale di Aquileia, le undici bare tutte uguali vengono allineate. La signora Bèrgamas deve fare la sua scelta. Nel silenzio più assoluto, passa accanto alle bare una dopo l’altra. Sulla seconda bara le cade lo scialle ma di fronte alla penultima crolla e si accascia invocando il nome del figlio. Quella sarà la bara del Milite ignoto.
Le altre dieci salme sono portate nel cimitero degli eroi di Aquileia. La bara scelta dalla signora Bèrgamas fa il suo viaggio verso Roma, scortata e salutata da tutta l’Italia. La mattina del 4 novembre 1921 la bara di questo soldato senza nome è portata all’Altare della Patria e finalmente tumulata.
Cent’anni dopo, quella salma è ancora lì, «il Fante sacro di Roma» che onora il sacrificio di una nazione intera.
Ufficio Stampa Movimento Azzurro
Giuseppina Paterna
Il Milite Ignoto: un viaggio per celebrare il centesimo anniversario – Senza Tempo Magazine
A Catania l’ International One-Health Conference 2022
Catania,30/09/22 – In questo fine settembre Catania è stata la sede della International One-Health Conference (One-Health 22), un convegno internazionale sul tema della salute globale.
Con il termine “One Health” si intende un approccio sistemico alla gestione dei sistemi sanitari e delle risorse tale che “la salute dell’uomo resti intimamente connessa a quella degli altri esseri viventi e degli ecosistemi”.
il Convegno è stato occasione di discussione sulle possibili azioni da intraprendere per un approccio sistemico alla gestione delle risorse urbane e naturali in un’ottica di salute planetaria facilitando dialoghi sinergici tra i diversi ambiti disciplinari di ricerca prospettando i campi di azione interdisciplinari e interprofessionali tra ricercatori, esperti, associazioni civili e studenti.
Il Laboratorio di Igiene Ambientale e degli Alimenti – LIAA dell’Università di Catania, Metabolism of Cities Living Lab, RIMSA, SIMA; CNR-IIA e Movimento Azzurro, Plastic Free e le associazioni studentesche Libertas e In-Med, realtà diverse ma da sempre impegnate sul tema della salute globale umana e ambientale, hanno dialogato in modo intenso e proattivo per due giorni (27 e il 28 settembre 2022) presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Catania nella Torre Biologica. In modalità ibrida, in presenza e on line hanno partecipato all’evento istituzioni, associazioni, studiosi e studenti da tutte le parti del mondo.
Il lancio è avvenuto il 26 settembre 2022 con una azione concreta presso La Spiaggia 1 de “La Playa di Catania” con l’intervento delle autorità locali: grazie alla collaborazione di Movimento Azzurro e Plastic Free è stata fatta insieme agli studenti e ai partecipanti una pulizia della spiaggia ed un monitoraggio partecipato del litorale insieme alle ricercatrici e i ricercatori del LIAA dell’Università di Catania, diretto dalla Prof.ssa Margherita Ferrante, e a Domenico Vito e Carol Maione ricercatori del Metabolism of Cities Living Lab della San Diego State University, organizzatori del Convegno.
Ospiti di eccezione hanno sancito la ferma volontà di collaborare in studi, progetti e azioni concrete per il contrasto ai cambiamenti climatici e la promozione della salute globale a partire dalla città di Catania. Sono intervenute le Autorità dell’Università di Catania e delle istituzioni locali fra cui Il Direttore del DASOE Assessorato alla Salute della Regione Siciliana Walter Pollina, il Direttore Sanitario del Policlinico Universitario di Catania Antonio Lazzara, il Vice-Prefetto di Catania Rosaria Giuffré, l’ Assessore alla Salute di Catania Giuseppe Arcidiacono, il Presidente dell’Ordine dei Medici e odontoiatri di Catania Igo La Mantia, e autorità e studiosi internazionali: Maria Neira, Direttore del Dipartimento di Ambiente, Cambiamenti Climatici e Salute dell’OMS, Peter Van Der Hazel e Paolo Lauriola di ISDE International, Carlos Dora di ISUH, Marina Romanello di The Lancet Countdown, Pasqualino Rossi del Ministero della Salute, Alessandra Stefani Direttore Generale ramo forestale del MIPAF, Davide De Laurentis Vice Comandante dei Carabinieri Forestali, Giovanni Barbagallo del Movimento Azzurro e Antonio Sinatra di Plastic Free, Mohamed Banni Università di Sousse, Antonio Moreda Piñeiro Università di Santiago de Compostela, Alberto Izzotti Università di Genova, Edoardo Puglisi Università Cattolica del Sacro Cuore.
Alla fine del Convegno, presso il Dipartimento G. F. Ingrassia diretto dalla Prof.ssa Antonella Agodi, che ha supportatotutte le attività, si è tenuta la Conferenza degli Studenti organizzata dalle associazioni studentesche Libertas e In-Med e Nike.

Catania 27-28 Settembre 2022-Conferenza Internazionale One-Health “Un approccio sistemico alla gestione delle risorse urbane e naturali”
Il Movimento Azzurro associazione nazionale di protezione ambientale, nella qualità di partner organizzatore, è lieto di estendere l’invito alla Conferenza Internazionale One-Health “Un approccio sistemico alla gestione delle risorse urbane e naturali”.
L’evento ideato e coordinato dalla Professoressa Margherita Ferrante, docente dell’Università di Catania Full Professsor Responsible for Enviromental and Food Hygiene Laboratories (LIAA) è autorevole componente del Comitato Scientifico del Movimento Azzurro, insignita del Premio nazionale per l’Ambiente “G.Merli” per la costante attività di ricerca nel campo della Protezione ambientale.

Cari colleghi
È con grande piacere che vi abbiamo invitato alla Conferenza Internazionale One-Health “Un approccio sistemico alla gestione delle risorse urbane e naturali”
che si terrà a Catania 27-28 settembre 2022.
Sulla conferenza
La conferenza si svolgerà in forma ibrida, con 1/2 giorni di condivisione e dibattito sulle esperienze di approcci sistemici alla One Health e sulle possibili visioni per un migliore approccio sistemico alla gestione delle risorse urbane e naturali
La Conferenza mira ad attivare dialoghi sinergici tra ambiti di ricerca disciplinari e ambiti di azione tra ricercatori, esperti e studenti.
Il quadro concettuale One health e il possibile contributo dell’approccio One Health nel miglioramento delle capacità di resilienza urbana saranno al centro dei dialoghi del congresso.
Tutte le domande e le informazioni possono essere inviate tramite e-mail a info@onehealthconference.it e conference.onehealth@gmail.com
Invito di Contributi (abstract/paper)
La conferenza OneHealth lancia una Call for Abstracts
La call for abstract è aperta per raccogliere proposte di contributi impegnate nel dibattito e nel dialogo della Conferenza.
Gli autori sono invitati a presentare il loro abstract in uno dei domini della conferenza
L’invio avverrà tramite Easychair, utilizzando il modello fornito
Scadenza 30 giugno 2022
12:00 UTC
Al momento della presentazione gli autori chiederanno se desiderano fornire il proprio contributo come full paper o poster.
Per qualsiasi ulteriore informazione si prega di contattare: info@onehealthconference.it
Elaborazione contributi
● L’abstract sarà accettato per la conferenza dopo una peer review in doppio cieco da parte del Comitato Scientifico dell’International One Health Conference
● La comunicazione di accettazione sarà fornita via email entro il 15 luglio 2022
● I contributi accettati saranno presentati alla International One Health Conference 2022, dal 27 al 28 settembre
● Data, ora e modalità della presentazione saranno comunicate agli autori in prossimità della data
Opportunità di pubblicazione:
Gli atti del convegno saranno pubblicati su riviste scientifiche
Dopo la comunicazione, agli autori dell’abstract accettato verrà chiesto di presentare una versione cartacea completa del loro contributo da inserire negli atti.
Gli autori interessati sono inoltre invitati a presentare il loro contributo al Numero Speciale “Urban Resilience and One Health: Strategies for a Post-Pandemia Vision” su MDPI, promosso da SIMA
In questo caso, l’invio seguirà le regole e i canali del giornale.
Saranno prese in considerazione per la pubblicazione solo le opere che non superino il 20% delle opere già pubblicate
Appuntamenti importanti
● 15 maggio 2022 – Bando aperto per la presentazione (abstract)
● 30 giugno 2022 – Scadenza presentazione abstract
● 15 luglio 2022 – Comunicazione di Accettazione
● 3 agosto 2022 – Invio full paper
Contatti
Sito web: https://onehealthconference.it/
Mail info@onehealthconference.it
Linkedin: https://bit.ly/3yM17LH
Attori
Partner organizzatori:
LIAA- Università degli Studi di Catania
Metabolism of Cities Living Lab, San Diego State University CA USA.
RIMSA – SIMA – CNR-IIA – MOVIMENTO AZZURRO – ISDE – PLASTIC FREE
Chiediamo gentilmente di diffondere e condividere l’invito nella vostra rete per favorire il contributo e la partecipazione
Distinti saluti
Conferenza internazionale OneHealth 2022 Call for Contributions
Catania 27-28 settembre 2022
La conferenza OneHealth lancia una Call for Abstracts
a call for abstract è aperto a raccogliere proposte di contributi impegnate nel dibattito e dialogo del Convegno su One Health
Gli autori sono invitati a presentare il loro abstract in uno dei domini della conferenza
La conferenza si svolgerà in forma ibrida, con 1/2 giorni di condivisione e dibattito sulle esperienze di approcci sistemici alla One Health e sulle possibili visioni per un migliore approccio sistemico alla gestione delle risorse urbane e naturali
La Conferenza mira ad attivare dialoghi sinergici tra ambiti di ricerca disciplinari e ambiti di azione tra ricercatori, esperti e studenti.
Il quadro concettuale One health e il possibile contributo dell’approccio One Health nel miglioramento delle capacità di resilienza urbana saranno al centro dei dialoghi del congresso.
Tutte le domande e le informazioni possono essere inviate via e-mail a info@onehealthconference.it e conference.onehealth@gmail.com
Appuntamenti importanti:
15 maggio 2022 – Bando aperto per la presentazione (abstract)
30 giugno 2022 – Scadenza presentazione abstract
15 luglio 2022 – Comunicazione di Accettazione
3 agosto 2022 – Invio full paper
ALTRO SUL CALL PER ABSTRACT https://bit.ly/3lot44A
INVIA IL TUO ABSTRACT : https://bit.ly/3a9YMjz
#OneHealth #call4abstract #ambiente #salute
Conferenza internazionale OneHealth 2022 Call for Contributions
Catania 27-28 settembre 2022
La conferenza OneHealth lancia una Call for Abstracts
a call for abstract è aperto a raccogliere proposte di contributi impegnate nel dibattito e dialogo del Convegno su One Health
Gli autori sono invitati a presentare il loro abstract in uno dei domini della conferenza
La conferenza si svolgerà in forma ibrida, con 1/2 giorni di condivisione e dibattito sulle esperienze di approcci sistemici alla One Health e sulle possibili visioni per un migliore approccio sistemico alla gestione delle risorse urbane e naturali
La Conferenza mira ad attivare dialoghi sinergici tra ambiti di ricerca disciplinari e ambiti di azione tra ricercatori, esperti e studenti.
Il quadro concettuale One health e il possibile contributo dell’approccio One Health nel miglioramento delle capacità di resilienza urbana saranno al centro dei dialoghi del congresso.
Tutte le domande e le informazioni possono essere inviate via e-mail a info@onehealthconference.it e conference.onehealth@gmail.com
Appuntamenti importanti
15 maggio 2022 – Bando aperto per la presentazione (abstract)
30 giugno 2022 – Scadenza presentazione abstract
15 luglio 2022 – Comunicazione di Accettazione
3 agosto 2022 – Invio full paper
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Giornata Mondiale dell’Ambiente – 5 Giugno 2022
MOVIMENTO AZZURRO
da Ecologia – Etica – Economia a Planet – People – and Profit
Giornata mondiale dell’ambiente
5 giugno 2022
Era il 1989, quando il mondo voltava pagina rispetto al dominante modello geopolitico succeduto agli accadimenti che avevano caratterizzato il xx secolo ed alle implicazioni che ne erano succedute in termini sociali, economici, ambientali ed antropologiche.
In quello stesso anno, grazie a Gianfranco Merli, unanimemente riconosciuto padre dell’ecologia italiana e precursore in Europa di questo impegno politico, davamo vita ad un movimento ambientalista che proponesse un nuovo approccio alla questione ecologica, rispetto alle posizioni ecologiste dell’ambientalismo tradizionale, per affrontare in modo consapevole e responsabile le questioni che avrebbero interessato l’intero Pianeta alle soglie del terzo millennio.
La consapevolezza del fatto che la questione ambientale sarebbe divenuta nel breve periodo la problematica centrale di ogni politica e per ogni forma di governo, indusse gli ambientalisti cattolici, uniti dalla medesima formazione, a costituirsi nell’associazione Movimento Azzurro al fine di testimoniare l’impegno teso ad affermare un’etica ispirata ai valori della solidarietà, nel rispetto delle comuni risorse ambientali e della giusta aspirazione di progresso e di benessere della società civile e dei popoli tutti.
Il progetto si concretizza nel 1992, lo stesso anno in cui l’Organizzazione delle Nazioni Unite promuove il vertice mondiale di Tokio sullo stato di salute della Terra, il Movimento Azzurro tiene il suo primo Congresso nazionale, approvando all’unanimità il manifesto del Presidente Merli fondato su tre pilastri “ Ecologia – Etica – Economia”.
L’iniziativa fu dirompente nello scenario ambientalista italiano ed in quegli anni gli ambienti politici ed istituzionali, ma anche gli ambienti cattolici, compresero che la portata della questione ambientale aveva già assunto una dimensione planetaria e che la semplice protesta indirizzata verso la conservazione dello status quo in natura, aveva bisogno di una innovativa proposta di sostenibilità che coniugasse l’esigenza di sviluppo, l’economia e la tutela della casa comune del genere umano e della vita biologica, in chiave etica.
I frequenti e diffusi fenomeni di inquinamento ambientale ed i cambiamenti climatici poi maggiormente evidenziatisi, anche a causa delle modificazioni degli stili di vita che nel mondo incalzavano; nonché gli stravolgimenti territoriali preconizzati, ancora di più oggi impongono una riflessione ed un dibattito critico sullo stato dell’ambiente e le problematiche che lo investono, nonché la ricerca di soluzioni tese ad arginare il fenomeno. Tale condizione, in generale, si riflette sul tema delle relazioni e dell’intimo rapporto tra l’uomo e la natura, ponendo l’attenzione sui risvolti morali della cosiddetta “ crisi ecologica”.
Tutti gli ultimi appuntamenti internazionali fissati attraverso Conferenze internazionali sui temi ambientali, da Rio de Janeiro in poi, sino alla Conferenza di Parigi sul clima, COP 21, alla quale abbiamo aderito come sottoscrittori dell’iniziativa seguita per l’Italia dal Ministero dell’Ambiente, non hanno sortito i risultati sperati, almeno nella maniera desiderata.
Parigi avrebbe dovuto segnare una tappa decisiva nei negoziati del futuro accordo internazionale per il dopo 2020, con l’adozione dei grandi orientamenti, come deciso a Durban prefiggendo lo scopo che tutti i paesi, fra cui i maggiori emettitori di gas a effetto serra – paesi sviluppati nonché paesi in sviluppo – fossero impegnati da un accordo universale costrittivo sul clima.
Esso avrebbe dovuto trovare un equilibrio tra l’approccio di Kyoto – una divisione matematica degli impegni di riduzione delle emissioni, a partire da un comune limite massimo consentito – e quello di Copenhagen, un insieme di impegni nazionali non costrittivi e senza caratteristiche paragonabili. Purtroppo quasi nessuno degli obiettivi prefissati si è pienamente concretizzato, generando delusione tra gli ambientalisti e mancanza di fiducia tra le popolazioni maggiormente interessate al risanamento ambientale attraverso una riconversione ecologica.
In questo stesso clima che voleva essere di speranza per l’umanità, rimane un faro acceso, quasi premonitore, l’enciclica sull’ambiente di Papa Francesco, Laudato sì…
A lungo l’ambiente è stato considerato come un oggetto privo di valore (morale), da sfruttare a piacimento del genere umano e senza limiti. Sembrava, però, profilarsi un cambiamento del pensiero e della cultura che tendesse ad orientare le scelte scientifiche, tecnologiche e politiche in una prospettiva di sostenibilità. Le implicazioni di carattere etico sollevate dai problemi ambientali e legate alla necessità di non arrestare lo sviluppo tecnologico, bensì di farlo avanzare tenendo conto della persona e della qualità della vita
sono infatti estremamente complesse e coinvolgono aspetti materiali, sociali, scientifici, filosofici, educativi e culturali.
La questione ambientale, d’altronde, non può essere considerata solo in termini tecnico- scientifici o puramente economici, o come problema appartenente solo ad alcuni gruppi sociali: essa al contrario va coinvolgendo la società in tutte le sue articolazioni e si presenta in modo sempre più esteso come una questione culturale ed etica.
Però, in quest’ultimo trentennio, nonostante le manifestazioni di buona volontà espresse dalla Comunità internazionale per trovare soluzioni alle questioni più cogenti sullo scacchiere ambientale, come detto, da Rio de Janeiro nel 1992, non si è trovato ancora un univoco punto di vista su decisioni che perseguano il bene comune, rispetto agli egoismi della minoranza dei Paesi ricchi verso la stragrande maggioranza di quelli poveri, tant’è che la moderna filosofia dell’ambientalismo di professione, il cosiddetto “Green”, non essendo mai di fatto riuscita ad approcciare all’elemento Etico della tre “E” , propone il passaggio ad una nuova “ etica”, sostituendo le tre E di “Ecologia-Etica- Economia , con le tre P , più anglosassoni, di “Planet – People – and Profit”.
Si coglie allora immediatamente che quella dell’ambiente non vuole essere affrontata come una problematica propriamente antropologica e, proprio per questo, una problematica specificamente morale: nell’ambiente non è in gioco semplicemente la natura come tale, ma è in gioco l’uomo stesso, la sua verità e la sua dignità.
In realtà, nel modo in cui l’uomo si rapporta all’ambiente, ci è dato di cogliere quale tipo di “signoria” l’uomo stesso esercita nei confronti delle realtà create e dunque, della sua stessa “casa”.
Da una parte esiste una signoria che viene intesa e vissuta come “dominio assoluto e arbitrario”, dall’altra esiste, e deve esistere, anche una signoria che si qualifica come “responsabilità” vissuta all’insegna della saggezza umana, anzi dell’amore. Sì, perché la propria “casa” merita di essere amata, dove per propria casa si può intendere: la propria città, il proprio paese, il proprio ambiente, quel patrimonio di beni naturali e culturali dei quali oggi viviamo e che saranno gli elementi essenziali della vita dei nostri figli, delle future generazioni.
“La protezione dell’ambiente, delle risorse e del clima richiede che tutti i responsabili internazionali agiscano congiuntamente, nel rispetto della legge e promuovendo la solidarietà nei confronti delle regioni più deboli del pianeta”;
“Possiamo dare vita a uno sviluppo umano integrale vantaggioso per tutti i popoli, presenti e futuri, uno sviluppo che si ispiri ai valori della carità nella verità”;
“Perché ciò si avveri è essenziale che il modello corrente di sviluppo globale si trasformi mediante una più vasta e condivisa accettazione della responsabilità per il Creato, ciò è necessario non solo per i fattori ambientali, ma anche per lo scandalo della fame e della povertà” nel mondo.
L’esperienza vissuta dai primi ambientalisti cattolici, riuniti in associazione di Protezione Ambientale, riconosciuta dallo Stato italiano ed identificatasi come Movimento Azzurro associazione d’ispirazione cristiana, va esattamente nella direzione della affermazione della centralità dell’uomo rispetto alla risorsa ambientale, ma certamente anche rispetto a tutte le responsabilità che da questa centralità derivano.
D’altronde cos’e l’ambiente se non la somma; la risultante, delle azioni umane sull’habitat naturale.